Sole e gelo: guerra climatica?

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di Luigi Asero

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No, bando ai complottismi. Non si può parlare di guerra climatica, ma certo il clima qualcosa cerca di comunicarcela. I temporali estivi sono un fenomeno noto e, malgrado le solite umane dimenticanze, non è possibile pensare che quest’anno qualcosa sia cambiata e si possa parlare così di “maltempo” provocato. Sul web troviamo link che riportano a improbabili azioni militari, a una guerra climatica non dichiarata grazie alla quale si potrebbero sottomettere le popolazioni.

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Siamo sicuri di quanto affermato? Delle affermazioni sul web sì, della loro affidabilità no invece.

Eppure qualcosa non quadra, non quadrano improvvise nevicate (seppur ad alte quote), non quadrano grandinate con chicchi grandi come un pugno chiuso, non quadrano le mareggiate improvvise che inghiottono imbarcazioni (due le vittime in Abruzzo), non quadrano nubifragi capaci di allagare intere aree inghiottendo letteralmente addirittura degli escavatori (macchinari non proprio di ridotte dimensioni).

Cosa accade al clima allora? Forse al clima non accade proprio nulla, ciclicamente il meteo ha sempre riservato brutti scherzi e gli agricoltori (ahi loro) ne sanno qualcosa. Ciò che è cambiato è il territorio, ciò che è cambiata è l’aria che respiriamo, ciò che è cambiato è il livello di elettricità nell’atmosfera.

Che un nubifragio devasti un’area non è difficile quando si disbosca e si cementifica tutto, quando si convogliano le vie d’acqua naturali in improbabili dighe per ricavarne energia e riserve (per poi vedere che intere città soffriranno comunque la sete a causa delle perdite degli acquedotti che toccano punte dell’80% rispetto all’acqua pompata).

I fenomeni atmosferici servono, in natura, a riequilibrare i livelli creatisi grazie ai vari accumuli. Avete presente lo smog delle grandi città che viene sempre abbassato da imponenti piogge? Ecco, lo stesso accade per l’elettricità immessa dalle ormai infinite apparecchiature elettroniche: parabole, antenne, ripetitori, cellulari, antenne di trasmissione, volo continuo di aeromobili, antenne di ricezione, ripetitori radio e tv, e così di seguito. Da qui l’aumentare di lampi e fulmini. Da qui le grandinate violente.

Cosa fare? Prima di concentrarci in improbabili “guerre” esterne cominciamo a pensare a quella guerra interna che noi tutti abbiamo dichiarato al clima, alla natura. A quegli incendi che distruggono la flora che ci da ossigeno e che drena il terreno contro le alluvioni, pensiamo a tutte quelle installazioni (queste sì militari) che elettrificano l’atmosfera, pensiamo a tutti gli scarichi industriali che immettiamo nell’aria, pensiamo all’enorme quantità di fonti energetiche che consumiamo normalmente senza nemmeno renderci conto.

Perché sì, complottisti o no, in guerra ci siamo: è il clima ad averla dichiarata ampiamente ormai. E contro la natura non si vince: o ci si adegua o si soccombe, come fu per i dinosauri.

 

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